Okkervil River - Away

Okkervil River Away cover lp

ATO Records -ATO0334 -9/2016
  1. Okkervil River R.I.P.
  2. Call Yourself Renee
  3. The Industry
  4. Comes Indiana Through The Smoke
  5. Judey On A Street
  6. She Would Look For Me
  7. Mary On A Wave
  8. Frontman In Heaven
  9. Days Spent Floating (In The Halfbetween)
  10. Away




Il primo post di The Freewheelin’ Groover del 2017 riguarda uno dei miei dischi preferiti del 2016!
“Away “ degli Okkervil River.
In realtà “Away” è un disco degli Okkervil River senza gli Okkervil River, è praticamente un progetto del fondatore Will Shaff coadiuvato da  musicisti tra cui anche Jonathan Meiburg degli Shearwater, una sezione archi e ottoni e la vocalist Melissa Nadler.
Il disco viene fuori dopo una pausa di riflessione lunga tre anni (l’ultimo lavoro della band era del 2013) passata tra le montagne Catskill, dopo la morte del nonno e il quasi scioglimento della band.
E’ un disco che mi affascina moltissimo e mi è davvero piaciuto molto e anche se  al primo ascolto può sembrare un disco cupo non lo è . Certo i brani sono lenti, fanno riflettere, ma sono brani che nascono da una voglia di Will Sheff nuova di sperimentare e di provare a trovare una nuova strada.
Ma tutto questo e molto altro ancora lo si legge nelle diverse recensioni in rete e nelle riviste specializzate più competenti di questo blog. Per me è semplicemente un gran bel disco.
Quattro facciate, nove brani (in realtà otto ,visto che l’ultima facciata è dedicata ad una registrazione diciamo agreste) che personalmente ritengo la vetta della carriera artistica di Sheff (e degli Okkervil River) iniziata ormai nel 1998.
Folk, brani acustici, ma anche tanto pop e qualche brano movimentato.

Okkervil River "Okervil river RIP"- Live in Studio,2016

Tra i nove brani spiccano le ballate folk di Overkill River RIP (vero manifesto del Lp) con il suo cantato che per Pitchfork –e anche per me ovvio- ricorda il primo Dylan e di “Comes indiana through the smoke” o di “Call yourself Renee” semplicemete perfetta.
Citiamo anche la più movimentata e “indie” “Judey on a Street” o la ballad (con un giro di basso semplice ma che mi rimbomba in testa)  di “Mary on a Wave” o il pop che a me ricorda il Lennon solista di “The Industry”.
Ovviamente come tutti gli Lp recenti  ha anche un “packaging” accattivante  con una copertina del pittore Tom Uttech.
Ottimo disco.


Tonypop

...un semplice appassionato

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