Gene Ammons - Brother Jug




Prestige Records - PRS7792/ PRST7792 -?/1970

  1. Son Of A Preacher Man
  2. Didn't We
  3. He's A Real Gone Guy
  4. Jungle Strut
  5. Blue Velvet
  6. Ger-Ru

La Prestige dalla seconda metà degli anni sessanta fu una delle etichette discografiche che avvicinarono il jazz al funk soul ed al rock. Con le sue registrazioni (spesso molto essenziali ed economiche) mise in contatto il mondo del jazz con la musica giovane miscelando sapientemente jazz, standard, funk - soul e rock.
Tra gli artisti i già citati in questo blog Boogaloo Joe Jones, Leon Spencer , Sonny Stitt, … e Gene Ammons.
Questo ultimo fu  un grande sassofonista (figlio del pianista Albert Ammons), nato a Chicago nel 1925, discepolo di Lester Young  e con  una carriera divisa praticamente in due parti.
Iniziò giovanissimo con Billy Eckstine e nel 1950 formò un duo con Sonny  Stitt, ma venne arrestato e condannato due volte per possesso di droga. La prima tra il 1958 ed  il 1960, e poi tra il 1962 ed il 1968, anni che Gene Ammons passò nella Illinois State Prison a Joliet. (A proposito chi si ricorda quale era il soprannome del personaggio di John Belushi nel film Blues Brothers?)
Quasi tutti gli anni sessanta passati in reclusione hanno dato un brusco stop alla carriera di Ammons, ma quando nel 1968 uscì di prigione la Prestige organizzò una session di registrazione ai  leggendari Rudy Van Gelder Studio il 10 e 11 Novembre 1969 radunando una serie di musicisti veramente d’eccezione tra cui  il grande batterista Bernard Purdie, Sonny Phillips al organo  e Billy Butler alla chitarra.
Dalla stessa session uscì anche il materiale per l’lp “The Boss is Back” (Prestige 7739, 1969), ma la Prestige fece uscire due lp per il fatto che all’ epoca non era possibile registrare troppo tempo in un unico vinile.
Nel 1970 uscì “Brother Jug”, con 6 brani (in perfetto stile Prestige) che si dividono equamente in standard, ritmici e rifacimenti di brani rock del periodo; la band che accompagna Gene Ammons poi è straordinaria (Bernard Purdie era un batterista strepitoso che tra l’altro ha suonato in parecchi dischi della Stax e del Memphis Soul) e rende “Brother Jug” uno dei lavori migliori di Ammons, sicuramente più moderno di altri suoi dischi, soprattutto di quelli del nel periodo pre- detenzione.
“Son of a Preacher man” (hit per Dusty Springfield nel 1968 e poi negli anni novanta rilanciata da “Pulp Fiction”) apre l’album, un ottimo lavoro  di Phillips all’organo e il sax di Ammons che ricama parti soliste e ritmiche (anzi diversi soli che crescono di intensità), rendono il brano davvero “groove”.
Altro omaggio al r’n’b è la cover di “He’s a real gone guy” (hit per Nellie Lutcher nel 1947) con ancora il sax  e l’ organo a dominare, meno funk della cover del brano della Springfield.
Due brani più standard con “Didn’t we” e “Black Velvet”, la prima soprattutto è un piccolo capolavoro con piano e solo di sax .
Puro funk jazz per la stupenda “Jungle Strut”  dove organo e wah wah danno un groove pazzesco al brano, groove rafforzato anche dal sax di Gene Ammons, brano super ballabile e modernissimo ancora oggi.
Il pezzo che chiude il disco “Ger –Ru” è contaminato anche con il Latin, vista la presenza di tal Candido alle congas, ottimo brano che scorre via fluidamente.
“Brother Jug” e il precedente “The Boss is back” inaugurarono una serie di Lp pubblicati per la Prestige, fino al 1974  quando Gene Ammons morì.
Rimane uno dei più grandi sassofonisti di sempre.



Foto della label della mia copia in vinile di PRST 7792

Gene Ammons - "Jungle Strut" - (sample)

Tonypop

...un semplice appassionato

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