Il Socialismo Reale in finale di Coppa - Prima Parte




Ci fu un tempo (neanche troppo lontano) in cui il mondo del calcio, e non solo, era molto provinciale e viveva di poche certezze. La serie A a 16 o 18 squadre, tutte le partite la domenica alle 15 (o alle 16 quando era in vigore l'ora legale), il mercoledì tutte le partite delle tre coppe europee, e solo chi vinceva il campionato partecipava alla Coppa Campioni
Le coppe, insieme ai mondiali ed agli europei, erano l'unica possibilità di vedere i giocatori dei club stranieri, i giornali raramente parlavano della Liga, della Premier (che all' epoca noi chiamavamo ancora campionato Spagnolo e Inglese), e i goal delle squadre che non giocavano contro i club italiani si potevano vedere, a partire dal 1977, il Giovedì sera nella bellissima trasmissione Eurogol.
In questo mondo avido di informazioni e di scarso di commenti e conoscenze, le squadre del cosiddetto patto di Varsavia (Urss, Polonia, Bulgaria, Ungheria, Cecoslovacchia, Germania Est ed aggiungiamo anche la Jugoslavia anche se politicamente non proprio vicina all' Unione Sovietica) erano davvero misteriose e sconosciute .Nel corso degli anni  Ã¨ successo  (poche volte) che squadre del EST siano riuscite  a giungere al vertice del calcio Europeo arrivando in finale o vincendo (solo 9 vittorie se si considera la vittoria della Stella Rossa in coppa campioni nel 1991) una coppa Europea.
La maggior parte dei trionfi avvenne nella Coppa "minore", cioè  la Coppa delle Coppe dedicata ai vincitori delle Coppa nazionali con un livello tecnico minore. Grazie alle Coppe Europee venivano alla ribalta squadre di Paesi o cittadine che sembravano “esotiche” e che la maggior parte di noi pensava fossero grigie e buie (magari lo erano davvero) e piene di burocrati di partito. Spesso in queste squadre giocavano giocatori fenomenali che avrebbero meritato una carriera calcistica migliore, e che vivacchiavano in un limbo sì di privilegiati rispetto ad altri abitanti del Blocco Socialista, ma sempre a metà tra lo status del professionista (non concepibile per uno Stato socialista del blocco di Varsavia)  ed l’ufficialità del Dilettantismo.

Una Formazione del MTK Budapest del 1964, anno in cui raggiunse la sua prima ed unica finale di Coppa Coppe

La prima presenza di una squadra  di un paese socialista in finale di Coppa è quella della jugoslava Dinamo Zagabria, che nel 1963 arriva in finale della Coppa Delle Fiere, la coppa nata per far partecipare le squadre di città dove si svolgevano delle Fiere, poi dal 1971 rimpiazzata dalla Coppa Uefa totalmente gestita dall' UEFA.
Trascinata da grandi giocatori come Slaven Zambata rifila nei quarti di finale un 4 a1 al Bayern. Nella doppia finale contro il Valencia perde 2 a1 a Zagabria (con goal di Zambata) e 2 a 0 al ritorno
L'anno successivo l'ungherese MTK Budapest  arriva in finale di Coppa Coppe, il ricordo della grande Ungheria di Puskas, Hidegkuti, è un pochino lontano, ma la squadra di Budapest riesce ad arrivare in finale, eliminando inizialmente forse facili ostacoli (Slavia Sofia, Motor Zwickau, Fenerbace), ma compiendo in semi finale un capolavoro: dopo aver perso 3 a 0 in Scozia con il Celtic Glasgow, ribalta il risultato a Budapest vincendo 4 a 0, guidata da un ottimo giocatore come Sandor.
L'Evening Time del giorno dopo titolò che neanche  i fans dell' MTK  si aspettavano un risultato del genere.
In finale trovano i portoghesi dello Sporting e il 13 maggio del 1964 (davanti a sole 3000 persone) trascinati da Sandor e dal centrocampista Kuti gli ungheresi pareggiarono 3 -3. All' epoca non esistevano rigori e supplementari e due giorni dopo nella ripetizione giocata ad Anversa (stavolta davanti a 19000 persone) gli ungheresi perdono 1 a 0.
La stagione successiva nel 1965 l'Ungherese Ferencvaros diventa la prima Squadra di un paese Socialista a vincere una Coppa, in questo caso la Coppa delle Fiere.
Florian Albert stella del Frencvaros
Con in squadra uno dei più puri talenti degli anni sessanta, cioè Floriàn Albert (pallone d'oro nel 1967 e Capocannoniere ai mondiali del Cile del 1962) il Ferencvaros eliminò squadre come la Roma (due vittorie), l'Athletic Bilbao e in una finale unica giocata a Torino sconfisse la Juventus che già da qui dimostrava la sua “difficoltà” nelle Coppe Europe.
Davanti a 40000 persone al Comunale di Torino il Ferencvaros vince 1 a 0.
Il 1966 vede la squadra meno famosa di Belgrado, il Partizan, arrivare addirittura in finale di Coppa Campioni. Nei primi anni sessanta il Partizan con i suoi 4 scudetti in cinque anni era la squadra di punta del movimento calcistico Jugoslavo, movimento che ottenne un quarto posto ai mondiali del Cile e l'oro alle Olimpiadi di Roma del 1960. Il Partizan ha grandi giocatori  su tutti il difensore Vesovic e  l'attaccante Milan Gagic. Vincendo sempre a Belgrado elimina il Nantes, il Werder Brema e lo Sparta Praga.
In semifinale affronta il Manchester United  (prima stagione europea dopo il disastro aereo di Monaco)che stava costruendo lo squadrone che due  anni dopo vinse la Coppa dei Campioni, il Partizan vince in casa 2 a 0 con un grande Vasovic che sigla il secondo goal.
Al ritorno al  Old Trafford il Man Utd , privo di Best,  non va oltre lo zero a zero.
In finale il Partizan si scontra con il Real Madrid che, anche se ormai orfano  Di Stefano e Puskas è pur sempre un colosso ed ha nelle sue fila campioni come Gento ed Amancio.
Manco a dirlo il solito Vasovic apre le marcature, ma Amancio e Serena ribaltano il risultato per la Sexta  del Real.
Il Capitano del Partizan merita un piccolo approfondimento, l'anno successivo venne ingaggiato dal Ajax (in Jugoslavia, contrariamente ad altri paesi socialisti, si permetteva dopo i 28 anni agli atleti di trovare ingaggi professionisti all' estero, oltre a Vasovic anche l'attaccante Gagic andò allo Standard Liegi) e disputò altre due finali di Coppa Campioni, nel 1969 contro il Milan segnando di nuovo ed uscendo sconfitto e nel 1971 vinse la Coppa Campioni con l'Ajax addirittura da capitano dei lancieri.
Ancora una vittoria in Coppa delle Fiere per la già citata Dinamo Zagabria nel 1967, che gioca una coppa spettacolare grazie anche al già citato Zambata (l'anno successivo si trasferì in Belgio nel Waregem). Dopo aver eliminato il Dunferlie ei i Romeni della Dinamo Pitesti, nei quarti eliminò la Juventus dopo aver pareggiato 2 a 2 a Torino (con reti di Stacchini e del mitico Zigoni, uno dei primi ribelli del calcio) vinse nettamente 3 a 0 a Zagabria, ed in semifinale dopo aver perso 3 a 0 all' andata con Eintranch di Frankfurt ribaltò il risultato vincendo 4 a 0.
Nella doppia Finale incontrarono il Leeds United di Don Revie che con Bremner, Charlotn e Lorimer in squadra stava diventando il Leeds arraffa tutto della prima metà degli  anni settanta del calcio inglese.
Trascinati da Zambata e Belin in difesa (più di 400 partite con la Dinamo, dal 1972 in Belgio con il Beerschoot e nel 2001 allenatore della nazionale Irachena) vinsero 2 a 0.
Ad Ellan Road, gli Inglesi convinti di ribaltare il risultato si fermarono sullo 0 a 0.

La Dinamo Zagabria vincitrice della Coppa delle Fiere 1967

L’anno successivo sempre in coppa delle fiere ancora gli ungheresi del Ferencvaros in finale, ancora con il Leeds United, ma questa volta  i ragazzi di Revie ebbero la meglio su una squadra illuminata ancora dalla classe di Albert   che dopo aver pareggiato 0 a 0 in Ungheria si arresero 1 a 0 ad Elland Road.
La squadra ungherese eliminò tra l'altro grandi squadre come il Real Zaragoza, il Liverpool , l'Athletic e in semifinale il Bologna vincendo 3 a 2 in Ungheria e pareggiando 2 a 2 in Emilia.
Nel 1969 il mondo sembra andare verso il socialismo (autunno caldo, Università occupate, proteste per l'invasione americana del Vietnam..) e pare farlo anche il Calcio con ben due squadre dell' est in finale nelle due competizioni minori.
La prima è di nuovo una squadra ungherese : L' Ujpest Doszsa che ebbe un cammino abbastanza facile : per abbandono del US Lussemburgo passò il primo turno, poi superò Aris Salonicco, Legia Varsavia, un ostacolo difficile nei quarti come i detentori del Leeds ed in semifinale i Turchi del Gotzepe.
In finale contro il Newcastle perse 3a 0 in Uk e venne sconfitta 2 a 3 anche in Ungheria.
Goal del Newcastle contro l'Ujpest Dozsa
La coppa delle Coppe ha invece una vera e propria sorpresa : Lo Slovan Bratislava vince (primo ed ultimo  Club Cecoslovacco) il trofeo. Il calcio è una gabbia dorata, ma purtroppo (o per fortuna) deve fare i conti con la vita reale. Quando nel Agosto del 1968 le truppe Sovietiche invasero la Cecoslovacchia anche il Calcio se ne rese conto.
Molti team occidentali si rifiutarono di incontrare le squadre del Patto Di Varsavia, l'Uefa organizzò un comitato di emergenza per rivedere i sorteggi separando le squadre del Patto di Varsavia dalle altre, le squadre del Socialismo reale  si ritirarono.
Dinamo Moska, Gyory (Ungheria), Gornik Zabrze (Polonia), Spartak Sofia (Bulgaria) e Union Berlino (DDR) abbandonarono la competizione, rimasero in corsa lo Slovan Bratislava, la Dinamo Bucarest e la squadra della meno allineata Jugoslavia cioè il Bor.
Bor che fu il primo avversario dello Slovan, che poi eliminò il Porto e nei quarti il Torino , in  una partita di ritorno dove i granata persero per infortunio il portiere titolare Lido Vieri e dove lo Slovan giocò abbastanza duramente.
In semifinale i modesti scozzesi del Dumferline non impensierirono la compatta squadra Slovacca,  a Basilea il 21 Maggio 1969 contro  il Barcelona di Rexach e Fustè (forse non ancora il Barca di adesso ma comunque una squadra con buone tradizioni) lo Slovan vinse 3 a 2 trascinata dal centrale Horvath e da Jan Cepkovic.
L'anno successivo, sempre in Coppa Coppe è il club polacco del Gornik Zabrze  ad arrivare in finale, baciato dalla fortuna e da un fuoriclasse strepitoso come Lubanski. Inizio facile eliminando i greci del Olympiakos con un 5 a 0 in Polonia, nel secondo turno il Gornik eliminò i favoritissimi Rangers Glasgow con un doppio 3 a 1 e tre goal totali di Lubanski. Nel turno successivo i polacchi eliminarono il Levski Sofia, e in semifinale affrontarono la Roma, in una delle semifinali più emozionanti di sempre
La Roma di Capello, Peirò e Spinosi con Herrera alla guida pareggiò 1 a 1 all' Olimpico contro il Gornik, al ritorno le due squadre impattarono 2 a 2 (doppietta di Lubanski) in una semifinale storica, al 89’ la Roma conduce 1 a 0, al 90' rigore per il Gornik realizzato da Lubanski, che raddoppia nei supplementari, ma la Roma riesce a fare 2 a 2.
Wladzimier Lubanski, immenso giocatore Polacco
Nando Martellini in Eurovisione dichiara la Roma qualificata, ma in realtà il  regolamento Uefa dell' epoca non prevede che le reti segante fuori casa nei supplementari valgono doppio.
Ripetizione a Strasburgo ancora Lubanski e Capello a segno entrambi su rigore e passaggio del turno deciso con la  monetina che fece vincere i polacchi.
In finale in Manchester City vinse 2 a1, per quella che rimane ad oggi l'unica vittoria degli odierni multimilionari di Manchester.
Lubanski nel 1972 (insieme al portiere del Gornik Kosta e ad un altro genio del calcio Deyna) vinse la medaglia d'oro nelle tragiche Olimpiadi di Monaco. Le basi per la Polonia calcistica per i mondiali del 1974 erano pronte, ma il 6 giugno 1973 durante la partita di qualificazione mondiale Polonia- Inghilterra, Lubanski segna il secondo goal del 2 a 0 ma si infortuna gravemente . Un infortunio che lo terrà fuori dal campo per più di due anni, perdendo un mondiale che la Polonia con Lubanski avrebbe potuto anche vincere e cambiare la storia del calcio.
Rientro nel 1975 , passò al Lokeren e terminò la carriera in Francia.
Gli anni settanta e gli anni ottanta vedranno ancora il Socialismo reale in finale di Coppa, in modo minore, ma il racconto prosegue nella seconda parte


Grazie ad Herr Gartenbear per la foto di apertura del Post








Tonypop

...un semplice appassionato

4 commenti:

  1. Splendido!
    I miei complimenti.
    Ci pensavo pochi giorni fa a Florian Albert

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  2. ciao grazie mille per i complimenti , fanno veramente piacere.
    il calcio mi piace sopratutto per questo, fa scoprire personaggi e storie interessanti.
    Mi hanno sempre affascinato le figure di grandi giocatori , magari non famosissimi e non alla luce dei riflettori.
    inoltre il calcio dei paesi "minori" ha delle storie davvero affascinanti.... da bambino mi facevano impazzire le squadre africane ai mondiali, o Haiti ai mondiali del 74...che fine hanno fatto i giocatori di quella squadra? come erano visti nel proprio paese?
    comunque grazie ancora per la visita e per i complimenti

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  3. Grande!
    Haiti e Zaire ce li avevo al Subbuteo, cosa potevo capire di calcio all'epoca......
    Inghilterra a parte ho sempre avuto anch'io un debole per le squadre dell'est, in particolare per le ex-danubiane.
    Conosco un signore che quando giocava nel Modena (mi pare ma ha girato parecchie squadre) nei 60s giocò contro lo Slovan Bratislava dei fratellli Kapkovic, prima che questi vincessero la Coppa delle Coppe battendo il grande Barcellona in finale.Fortissimi mi ricordo che disse specialmente il n.11

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  4. io adoravo /adoro l'aston villa, mi folgorò nel 82 in finale con il bayern ,ero un bambino ma mi piaceva da morire la divisa ...e poi white che segna tutto "storto", cowans (gioco anche nel bari) e tony morley... dopo un viaggio recente a newcastle mi sono esaltato anche per loro, la città (che è oggettivamente non è il massimo), però ha una atmosfera fantastica, vive di calcio e musica. A breve ci sarebbe stato un concerto di Eric burdon e la città era tappezzata di scritte "Welcome Home Eric" e poi tutti con la maglia del newcastle!!
    bella la storia del signore del modena..affascinante...
    per le squadre dell' est io ho sempre avuto un debole per le jugoslave (tiravano fuori campioni supertecnici) e le bulgare. queste ultime mi facevano impazzire perchè non si sapeva nulla di loro....

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