Screaming Trees - Buzz Factory


SST Records 248 - 2/89

  1. Where the twain shall meet
  2. Windows
  3. Black Sun Morning
  4. Too Far Away
  5. Subtle Poison
  6. Yard Trip #7
  7. Flower Web
  8. Wish Bringer
  9. Revelation Revolution
  10. The Looking Glass Cracked
  11. End of the Universe

Periodicamente ogni  8 -10 anni nel mondo musicale  nasce un nuovo genere dal basso (gruppi di base, cantine, dalla strada) che crea un movimento musicale e culturale, inizialmente underground e che (purtroppo) viene nel giro di poco tempo fagocitato e gestito da major, Tv,  riviste non specializzate, che  lo utilizzano per capitalizzare al massimo i guadagni, spesso distorcendo o deformando anche in maniera parodistica, a proprio uso e consumo, il nuovo stile musicale.
Uno degli ultimi fenomeni sottoposti a questo trattamento è stato, ad inizio anni novanta, il Grunge. Nato come movimento alternativo a fine anni ottanta nella zona di Seattle con band come i grandiosi Mudhoney o i Green River è stato poi reso popolare dai Nirvana, dai Pearl Jam dagli Alice in Chains, Le major e le TV cercavano nuovi idoli da dare in pasto ai teenager degli anni novanta.
Ovviamente per sfruttare al massimo il fenomeno  qualsiasi band rischiava di venire etichettata come Grunge; è il caso degli americani Screaming Trees (anche essi di Seattle) che vennero collocati un pochino precipitosamente, dopo l’uscita di “Buzz Factory “, nel  calderone del Grunge anche perché subito dopo registrano un EP per l’ etichetta principe del genere  e cioè la Sub Pop.
GLi Screaming Trees certo avevano il look,  il loro suono era sì pesante e debitore anche al hard degli anni settanta, ma a differenza della maggior parte delle band Grunge rock gli Screaming Trees erano più legati al sixties psych  come dimostrano i primi loro lavori. Definirli semplicemente Grunge è un pochino affrettato, anzi forse sarebbe meglio definirli ispiratori di quello che è poi stato il Grunge degli anni novanta.
“Buzz Factory” uscito nel 1989 è il quarto Lp degli Screaming Trees, ed è a mio parere il loro lavoro più rappresentativo (l’ultimo per la SST) fotografa la band in quello che personalmente penso sia  il loro momento migliore : quando stavano per il prendere il volo e raggiungere grazie alla onda del Grunge una certa notorietà. Il disco è molto bello e ha un suono e uno stile originale creato da anni di gavetta.
Qualcuno considera  i primi Lp, molto più legati al sixties sound,  più genuini, per altri forse i due Lp successivi sono più alternativi e sono quelli che hanno venduto di più, ma "Buzz Factory" rimane, il loro capolavoro.
Nati a metà anni ottanta con i fratelli Conner al basso e alla chitarra ( per anni miei idoli, perché ad un giovane adolescente dimostravano come il physique du role non era importante), Mark  Lanegan alla voce e Mark Pickerel alla batteria.
I punti di forza della band sono la chitarra e il sound di Gary Lee Conner (uno dei migliori chitarristi della sua generazione) e la voce di Mark Lanegan : cupa, potente e melodica al tempo stesso .
La Band incide nel 1986 per l’etichetta Velvetone l’lp “Clairvoyance”, nel 1987 passa alla SST di Greg Ginn ed incide altri due lp ( “Even if and especially When”, 1987 e “Invisible Lantern” ,1988), molto legati al garage e alla psichedelica, anche se il legame con il sixties sound diminuisce negli ultimi due Lp.
Con “Buzz Factory” si cambia, sono sempre presenti (per fortuna) reminescenze sixties, ma il suono e la composizione risente anche di influenze hard anni settanta, ballad song e un sound più duro che si miscela alla perfezione con la voce di Lanegan ,che nel frattempo è cresciuto musicalmente ed è pronto a lavori senza la band, infatti inciderà nel 1990 il suo primo lavoro solista.
Il disco è prodotto da Jack Endino, all’ epoca vero e proprio Guru degli studi di registrazione, che riesce a dare al disco un suono potente e selvaggio al tempo stesso; il disco è  compatto con  tutti brani di ottimo livello e con uno stile (il loro) comune a tutti i brani,.
La open track “Where the twain shall meet” ha un basso ritmico, con un cantato molto anni novanta, forse un pochino datato, ma di buon livello.
Perfetto punk-style, compreso lo "yeah" scazzato ad inizio brano, per la bellissima “Windows”, che precede il riff di chitarra ossessivo accompagnato dalla voce cupa di “Too far Away”.
“Black sunday morning” è epica con il suo ritornello orecchiabile e tonnellate di wah wah con  Jack Endino ai cori.
Gli Stooges si fanno sentire alla grande nel brano “Subtle Poison”, e il lato A si chiude con la bellissima “Yard trip #7”, uno dei brani migliori del disco e che meglio rappresenta gli Screaming Trees: quasi un blues con arpeggi di chitarra hard rock: ottimo.
La B- Side si apre con la gemma di “Flower web”, dove i riferimenti sixties dei primi album si fanno sentire: omaggi ai Byrds e al Power opp chitarristico di Big Star, i cori in sottofondo sono grandiosi e il brano ha  un titolo fantastico.
Tonnellate di  wah wah e cantato stile seventies per  “Wish binger”, forse uno dei brani minori del disco.
“Revelation revolution” e “Looking the cracked glass” con la voce di Lanegan in evidenza e con il wah wah del secondo pezzo che rimando ancora al Detroit sound.
“End of universe” brano di chiusura  Ã¨ allo stesso tempo melodica, psych e hard, ma potente e selvaggia grazie al Gary Lee Conner e alla batteria che va come un treno.
Il successo, sempre limitato all’ underground ovvio, è abbastanza notevole e “Buzz factory” diventa il trampolino di lancio degli Screaming Trees, i successivi Lp “Uncle Anesthesia” (1991) e “Sweet Oblivion” (1992), incisi per la major EPIC Records, presentano questi si un suono più vicino al Grunge per come lo intende il grande pubblico e con vendite più alte.
Partecipano anche alla colonna sonora di “Singles” di James Cameron, film generazionale che fotografa lo stato dei ventenni americani  ad inizio anni novanta.; nel film ci sono anche brani di Alice in Chains, Chris Cornell dei  Soundgardner, Mother Love Bone e altri.
La band  cambia batterista passando da Mark Pickerel a Martin Barrett,  incide ancora un disco nel 1996 ("Dust") quando l’attenzione per le band di Seattle e dintorni è già scemata e si scioglie nel 2000.
Nel 2011 è stato pubblicato “Last Words”, album registrato tra il 1998 e il 1999,  inoltre grazie alla carriera di Lanegan diventato vero e proprio cantante di culto (dischi ottimi sia solisti sia in collaborazione con Isobel Campbell che partecipanzioni ai Queens of the Stone Age)  l’attenzione per i lavori passati degli Screaming Trees è aumentata notevolmente.
Dei fratelli Conner, si sono perse le tracce dopo il 2000 , Martin Barrett ha lavorato anche con i Rem.
Quotazioni : esistono tre diverse versioni dell’ Lp : in vinile nero (quotato circa 40 dollari), blue (30 dollari) e viola (60 dollari).
Foto della label della mia copia in vinile di "Buzz Factory" -SST 248, in vinile nero, con inserto.


Screaming Trees - Flower Web (sample)

Tonypop

...un semplice appassionato

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